27 luglio 11.45 Arrestati dai Carabinieri i presunti autori del tentato omicidio di Spadafora

Conf Stampa fermi Spadafora 20120727 IMG 9195
La conferenza stampa. (Foto Gianrico Battaglia)

Eseguito dai Carabinieri il fermo di due presunti autori del tentato omicidio commesso il 10 febbraio scorso a Spadafora, nel corso del quale rimase ucciso il messinese Domenico Santapaola.

I due fermati sono accusati di tentato omicidio aggravato in concorso, di porto e detenzione abusivo di arma da fuoco, di detenzione di arma clandestina e di ricettazione.

Le serrate e complesse indagini condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, scattarono la sera del 10 febbraio scorso, quando nella via Acquavena di Spadafora,  in pieno centro abitato, un gruppo di fuoco tentò di uccidere la guardia particolare giurata Francesco Giorgianni, esplodendo dei colpi d'arma da fuoco contro la vettura di quest'ultimo su cui viaggiava anche il fratello Davide. Infatti, Francesco Giorgianni, allertato dalle grida del fratello Davide, rispose  al fuoco con la pistola legalmente detenuta come guardia giurata, come si ricorderà, uccidendo il giovane messinese Domenico Santapaola, che era uno dei componenti del gruppo di fuoco.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo, della Stazione di Spadafora e della Compagnia di , attraverso complessi e prolungati accertamenti, sono risaliti all'identità di due dei presunti autori del raid punitivo contro i fratelli Davide e Francesco Giorgianni. Grazie alle risultanze investigative che hanno collegato i due fermati sulla scena del raid, il Sostituto della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Alessia Giorgianni, ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto.

I fermati, poco più che trentenni, sono Rosario Verdura, nato a Messina nel 1980, ma residente a Venetico, Guardia Particolare Giurata, con precedenti di polizia e Antonino Cardia, nato a Messina nel 1982, ma residente a Torregrotta, imprenditore già noto alle Forze dell'Ordine.

Le indagini, avviate subito dopo l'omicidio, hanno permesso di appurare che Cardia avrebbe portato il gruppo di fuoco con la propria auto sino al luogo del delitto, ove Verdura e Santapaola, insieme ad altri soggetti ancora in via di identificazione, sarebbero scesi dall'auto di Antonino Cardia per poi dirigersi, allo scopo di ucciderle, verso le due vittime designate, esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco all'indirizzo dei due fratelli Giorgianni.

Le indagini, ancora in corso, condotte secondo le tradizionali procedure e metodiche info-investigative, con il rilevante e qualificato supporto del R.I.S. di Messina, hanno consentito di ricostruire quanto accaduto e fanno ritenere che oltre a Domenico Santapaola ed i due fermati di oggi, del gruppo di fuoco facessero parte altre persone che ancora non sono state identificate. Infatti proprio in questi momenti il R.I.S. di Messina sta provvedendo a fare delle comparazioni scientifiche fra il DNA di alcuni sospettati e le tracce ematiche trovate sul luogo dell'agguato.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, infatti, l'agguato organizzato nei confronti dei fratelli Giorgianni avrebbe avuto a che fare con il grave incidente stradale, avvenuto nell'agosto 2011, a seguito del quale persero la vita la giovane moglie e il figlio, ancora minorenne, di Fortunato D'Arrigo, cugino di Rosario Verdura. L'incidente avvenne poco dopo la barriera autostradale della Messina -Palermo e l'autovettura su cui viaggiava la cugina acquisita di Rosario Verdura finì nel vuoto. E proprio Verdura, addebitando la causa del sinistro alla guida imprudente di Davide Giorgianni, maturò il proposito di vendicare la cugina ed il nipote organizzando il raid punitivo . Infatti, Rosario Verdura inizialmente minacciò ed aggredì i due fratelli Giorgianni, quindi avrebbe deciso di regolare i conti con i due chiedendo l'aiuto di altre persone, tra cui sicuramente Domenico Santapaola e Antonino Cardia.

Il provvedimento di fermo, a firma del Sostituto Procuratore della Repubblica di Messina Alessia Giorgianni, è scattato quando nelle ultime fasi delle indagini è emerso chiaramente come fosse presente il concreto pericolo di fuga da parte di uno degli indagati, Rosario Verdura, che avrebbe pianificato la fuga in Australia dimostrata dal fatto di aver acquistato un biglietto aereo per quella destinazione.

Dopo la notifica del provvedimento, Verdura e Cardia condotti a Gazzi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *