28 giugno 07.30 L’Ordine degli Ingegneri di Messina chiede la modifica del Piano Case
Con alcune modifiche alla Legge Regionale Siciliana n° 6 del 2010, meglio conosciuta come Legge del Piano Casa, mettiamo in sicurezza i nostri immobili (civili, industriali e commerciali). La proposta è dell'Ordine degli Ingegneri di Messina, che ha convocato una conferenza stampa sull'argomento per oggi alle 10 presso la sede di via Nicola Fabrizi.
“Gli ultimi eventi calamitosi occorsi in Abruzzo e in Emilia -spiega il presidente dell'Ordine Santi Trovato- hanno evidenziato l'esigenza d'intervenire prontamente sul patrimonio edilizio e rappresentano seri e gravi campanelli d'allarme per un' edilizia obsoleta come quella che si trova nella maggior parte del nostro Paese, con strutture non adeguate e sicuramente non idonee a resistere ad un possibile sisma di media entità.
È necessario pertanto lanciare un grande programma di sviluppo in cui, garantendo lo snellimento delle procedure burocratiche, previsioni di agevolazioni fiscali e premialità in cubatura, si possano avviare interventi di demolizione – ricostruzione e adeguamento strutturale dell'esistente: si determinerebbero così non solo condizioni di maggiore sicurezza, ma nel contempo si creerebbero nuove occasioni di sviluppo per il mondo del lavoro e riduzione dell'evasione fiscale in un campo in cui è facile ricorrere alla “non fatturazione”.
In altre parole occorre intervenire in edilizia con una nuova strategia, che potremmo riassumere in: “SICUREZZA FACILE, AGEVOLATA E INNOVATIVA”, e che rispettando i requisiti di rinnovabilità energetica metterebbe anche in sicurezza le nuove e vecchie costruzioni.
La L.R. n.6 del 23-03-10 (Piano Casa in Sicilia) il cui termine di applicazione è stato di recente prorogato all'8 agosto 2014 dalla L.R. 9 maggio 2012 n. 26 (Legge di stabilità), rappresenta un'opportunità di sviluppo e di miglioramento abitativo, se la stessa non presentasse delle criticità per tutta una serie di vincoli e prescrizioni che di fatto rendono non attuabile o di difficile attuazione la sua concreta applicazione nel territorio della Regione.
Com'è noto la principale finalità della legge è quella di riqualificare il Patrimonio edilizio esistente ed il nostro territorio, più di altri, ha la necessità che la riqualificazione sia finalizzata innanzitutto alla prevenzione sismica anche attraverso l'adozione di misure straordinarie per il rilancio dell'economia in ambito edilizio.
Il Consiglio dell' Ordine nella seduta del 13 giugno u.s. ha suggerito alcune modifiche ed integrazioni che potrebbero risolvere alcune criticità rendendo la norma più facilmente attuabile e più ragionevole da utilizzare”.
Le modifiche che si intendono proporre riguardano:
a) i vincoli ritenuti troppo restrittivi, nella considerazione che è necessario non escludere in linea generale gli edifici in qualche modo “tutelati” ed estendendo la premialità in cubatura e le agevolazioni fiscali finalizzate al recupero ed al consolidamento degli edifici esistenti, anche alle zone “A” (centro storico) ed alle aree già urbanizzate ricadenti nella perimetrazione ZPS, naturalmente limitando gli interventi ai consolidamenti ed ai miglioramenti statici sotto l'attento controllo della Soprintendenza;
b) gli incentivi volumetrici limitati, che sconsigliano l'investimento imprenditoriale in quanto l'aumento di valore dell'immobile derivante dalla riqualificazione o ampliamento non riesce a compensare i costi elevati richiesti dall'adeguamento alla normativa antisismica e dall'utilizzo delle tecniche di bioedilizia finalizzate all' autonomia energetica degli edifici: interventi questi, che necessitano di importanti investimenti privati che in qualche modo devono avere un “ritorno” di natura anche economica.
“Un' ultima considerazione sulla importanza di intervenire sulla Legge 6/2010 (Piano Casa), opportunamente modificata e integrata -aggiunge Trovatoi- va fatta anche tenendo presente i costi che ad ogni evento sismico la collettività deve affrontare sia per i gravissimi danni alle infrastrutture pubbliche e private che per il sacrificio di vite umane.
Elementi che fanno comprendere quanto sarebbe opportuno investire nella prevenzione, piuttosto che dovere subire le tragedie cui, purtroppo, la cronaca ci ha abituato.
Sarebbe un “investimento” della collettività finalizzato alla sicurezza di un territorio altamente sismico da sempre, nel quale i terremoti sono sempre stati presi come qualcosa di ineluttabile a cui sarebbe inutile opporsi, mentre le attuali conoscenze, le esperienze di altri paesi a forte sismicità e le tecniche utilizzate dimostrano quali siano le strade da percorrere.
Si comprende bene che realizzare o adeguare un edificio alle nuove norme sismiche (assicurando nel contempo un maggior grado di sicurezza e innovazione tecnologica) e aiutando il committente anche fiscalmente, rimetterebbe in moto un' economia in lenta agonia e nel contempo garantirebbe nuova qualità sia strutturali-energetiche che architettoniche al patrimonio edilizio della nostra Regione: tutto questo a costo zero per le Casse Pubbliche”.