2 maggio 17.49 Gazzi, un caso di TBC conclamata. Sarno(UIL): “Emergenza sanitaria per mancata profilassi”

“Se le autorità penitenziarie, sanitarie e politiche avessero avuto accortezza ed attenzione alle nostre pubbliche denunce sulla incompatibilità igienico-sanitaria del carcere di Messina, formulate dopo la nostra visita del 18 febbraio, oggi, forse, non dovremmo essere costretti a parlare di una preoccupante emergenza sanitaria sorta dopo che ad un detenuto 22enne della Costa d'Avorio, ricoverato presso il Policlinico Universitario di Messina, è stata diagnosticata una TBC conclamata”.

Non usa termini il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO, per denunciare quello che il sindacato ritiene un caso di mala sanità penitenziaria.

“Il detenuto è stato assegnato a Messina nell'ottobre del 2010, proveniente dall'OPG di Barcellona P.G., per avvalersi delle cure al Centro Clinico dell'istituto penitenziario messinese, causa un tumore epatico. L'8 aprile scorso, ci riferiscono, era stato sottoposto, con esito negativo, al test della TBC. Ciò che ci preoccupa, e molto, è che nonostante la patologia sia stata diagnosticata da almeno tre giorni nessun intervento di profilassi -afferma il Segretario Generale della UIL Penitenziari – è stato eseguito nella struttura detentiva e nei confronti del personale e dei detenuti che sono stati, inconsapevolmente, a contatto con il detenuto affetto dalla TBC. Responsabilmente, invece, occorre intervenire con urgenza per scongiurare i rischi di contagio . Anche il personale di polizia penitenziaria, costretto a piantonare il detenuto nella struttura ospedaliera, è sovraesposto a tali rischi e dovrebbe essere maggiormente tutelato”.

Lo scorso 18 febbraio Eugenio SARNO, con una delegazione della UIL PA Penitenziari, effettuò una visita a Gazzi, i cui esiti furono trasmessi dalla UIL Penitenziari con note ufficiali ai competenti livelli dell'Amministrazione Penitenziaria, al Procuratore Capo Lo Forte, al Prefetto Alecci , al Sindaco Buzzanca e al D.G. dell'ASL – 5 Giuffrida.

“Nessuno, evidentemente, ha approfondito quelle denunce, considerato che la situazione è restata immutata. Eppure – ricorda Sarno- fummo molto più che chiari nel rappresentare e denunciare lo stato pietoso dell'istituto e il notevole vulnus in punto sanitario per le condizioni di scarsa salubrità, ai limiti della inigienicità, del centro Clinico e di vasti settori dell'istituto. Non è usuale costatare, come è avvenuto a Messina, che ambienti di ospedalizzazione si caratterizzino per sudiciume e scarsa o inesistente manutenzione. Tantomeno è pensabile, ma al Centro Clinico del carcere di Messina accade, che i detenuti degenti debbano essere allocati su letti a castello di quattro piani. Per questo, a fronte di questa nuova emergenza, invitiamo le Amministrazioni e gli Enti competenti a provvedere a ripristinare una situazione di fruibilità e di compatibilità delle e delle condizioni di lavoro. Ovviamente al di là del mero, importante, aspetto sanitario è anche una questione umanitaria e che attiene alle coscienze ed alle responsabilità di ognuno”.

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