17 febbraio 07.30 “Fare per Fermare il declino”, Oscar Giannino ha presentato la propria “rivoluzione”

“Né con la vecchia Destra, né con la vecchia Sinistra, né con Monti”. Lo afferma senza alcuna esitazione Oscar Giannino, candidato premier per la lista “Fare per fermare il declino”, che ieri mattina ha raggiunto la città dello Stretto per incontrare gli elettori al Palacultura.

“Abbiamo deciso di scendere in campo l'8 , togliendo le feste di Natale e Capodanno, circa due mesi fa – afferma – e lo abbiamo fatto perché ci siamo resi conto che, dopo diciotto anni di questa politica, nessuno di noi sarebbe andato a votare”.

Ma Giannino tiene a precisare subito: “Non siamo la costola di un partito, né transumanti della politica, bensì un piccolo gruppo fatto da persone provenienti da culture diverse, uniti dall'aver saputo leggere i numeri di un Paese in ginocchio”. Perché, come recita uno degli slogan di “Fare per fermare il declino”, “Il Paese vero ha i piedi per terra”.

“Anche se nessuno ci credeva, abbiamo raccolto per ben tre volte le firme autenticate per questa campagna elettorale – prosegue – e siamo qui per restare, per restare per anni. Il Pd ha sprecato una grande occasione con le primarie chiuse. Attorno a Renzi come candidato premier probabilmente una parte del partito non sarebbe andata con Sel e una buona parte di società civile si sarebbe avvicinata. Ribadisco che non faremo alcuna alleanza con la Sinistra, né con la Destra. Temo un governo debole, con un Parlamento zoppo, destinato a non durare nel tempo. Cosa che, invece, né Berlusconi, né Bersani vedono”.

Poi, volge lo sguardo alla Sicilia: “Questa è una parte dell'Italia dove la politica ha compromesso più che altrove la possibilità di fare, togliendo la speranza e la fiducia nelle capacità e nella meritocrazia – precisa – il totale dei dipendenti pubblici siciliani allo Stato 1miliardo e 700mila euro, tanto quanto il totale dei dipendenti di tutte le atre regioni italiane. L'Italia è un Paese che ha vissuto di spesa pubblica e la Sicilia in particolare. E, in questa situazione, ha finito per inabissarsi. Qui è più complicato agire, ma sono certo che i primi frutti del cambiamento partiranno proprio da questa terra. L'Italia ha ancora voglia di fare e sicuramente ha tutte le capacità per riscattarsi”.

Ad aprire l'incontro, è stato Ruggero Aricò, unico candidato messinese alla in corsa per il collegio della Sicilia orientale: “Sono contento di aver creduto in questa sfida ed ogni giorno che passa ci credo sempre di più. Ognuno di noi può e deve fare qualcosa per cambiare le cose. Bisogna avviare quella rivoluzione culturale necessaria a premiare la meritocrazia e valorizzare il potenziale del Mezzogiorno d'Italia. Tanto per cominciare, basta con i baronati e le caste in questa città”.

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