13 settembre 11.20 Cantieri Palumbo, il sindacato ORSA pronto allo sciopero

Situazione incandescente al Cantiere Palumbo. Dure accuse del che minaccia lo sciopero e scrive al presidente Raffaele Lombardo, al presidente dell'Autorità Portuale Dario Lo Bosco e al commissario dell'Ente Porto Saro Madaudo.

“L'allarme lanciato, in tutte le istituzionali, dalle scriventi OO.SS unitamente alla R.S.U. -scrivono i responsabili sindacali del settore. si è conclamato pochi giorni or sono attraverso la della Capitaneria di Porto di Messina nel cantiere per le costruzioni navali –ex Cassaro- attualmente affidato alla Palumbo S.p.A. 

L'Autorità Marittima ha rilevato lo stato di incuria in cui versa il cantiere di circa 80 mila metri quadrati
per la costruzione di navi da 160 metri di lunghezza, unico in tutta la Sicilia, lasciato in totale stato di
abbandono e depredato di ogni cosa. All'interno della vasta area, sarebbero stati trovati fuori uso e
saccheggiati importanti macchinari per la costruzione navale che all'atto della consegna alla Palumbo
risultavano perfettamente funzionanti. Gli autori del ripetuto sciacallaggio avrebbero portato via metalli
come ferro, rame e alluminio che oggi godono di quotazioni altissime sul mercato. 

A questo punto qualcuno deve rispondere dell'ingiustificata devastazione di una preziosa risorsa
produttiva che se opportunamente utilizzata avrebbe prodotto le centinaia di posto di lavoro promessi e
sottoscritti dalla Palumbo in fase di concessione che ancora oggi la città attende invano.
Risulta incomprensibile come l'Autorità Portuale e l'Ente Porto che hanno impegnato tempo e risorse per
rivendicare la proprietà delle aree della zona falcata abbiano consentito la devastazione di un cantiere
che fu fiore all'occhiello della cantieristica messinese. 

Ancora più ingiustificato l'atteggiamento della Palumbo S.p.A. che ha investito ingenti risorse per
“farcire” di telecamere il cantiere di riparazioni dove presenziano gli operai e non si è preoccupata
minimamente di garantire la sorveglianza nel cantiere di costruzioni rimasto inspiegabilmente inutilizzato. 

Quanto sopra esposto rafforza il sospetto di scarso interesse verso lo sviluppo e la produzione che
favorirebbe l'incremento dei livelli occupazionali pattuiti in fase di concessione, si ha la sensazione che
tutti gli attori in scena si preoccupino solo di rivendicare possesso delle aree che presto potrebbero
trasformarsi in fonte di guadagno speculativo. Basta dare uno sguardo al Piano Regolatore del Porto per
capire l'importanza strategica di tali aree e intuire quanto possa essere conveniente risultarne
proprietari e/o concessionari quando saranno concretamente avviate le procedure per la
riqualificazione dell'area. 

Intanto Messina risulta ancora una volta depredata e penalizzata per l'incompetenza di chi avrebbe
dovuto gestire l'area e trasformarla in opportunità produttiva. Chi aveva il dovere di sorvegliare il cantiere di costruzioni? Chi ha il dovere di far rispettare alla Palumbo il contratto di concessione delle preziosi aree cittadine e
pretendere le 160 assunzioni e gli investimenti ufficialmente concordati?  

Non è più tollerabile che di fronte a tali scempi e omissioni nessuno paghi, pretendiamo l'intervento delle
Istituzioni competenti perché Messina sia risarcita del danno subito e incassi in tempi brevi le assunzioni
e gli investimenti promessi dalla Palumbo quando le è stata concessa la gestione dell'area più preziosa
della città.  

Per quanto esposto si avanza richiesta di urgente incontro con le SS.LL. in indirizzo che hanno il dovere
istituzionale di giustificare ai messinesi l'ennesimo caso di mala amministrazione della cosa pubblica. In assenza di riscontro saranno posti in essere tutti gli strumenti di denuncia e di lotta consentiti”.

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